Astrolabio

Da Invenzioni.

Usato fin dall'antichità, il nome deriva dal greco astrolábon (da astron e lambánō, ossia che prende/comprende le stelle)


Indice

Periodo Storico

sec. II d.C.


Descrizione

Strumento perfezionato dagli astronomi arabi ma già noto, secondo alcuni, ad Apollonio e Archimede (220 a.C.) e perfino a Eudosso di Cnido (350 a.C.). Di più certo fondamento è l'opinione che l'astrolabio fosse noto a Tolomeo (150 d.C.) e a Teone di Alessandria (375 d.C.), autore quest'ultimo di un trattato sull'astrolabio sopravvissuto negli scritti del siriaco Severus Sebokht, anteriori al 660 (O. Neugebauer, 1949). Lo strumento nasce da una proiezione piana (stereometrica) della sfera armillare di Eudosso che rappresentava tridimensionalmente i circoli della sfera celeste. Tali circoli (l'eclittica e i tropici del Cancro e del Capricorno) sono proiettati sul piano equatoriale da un punto collocato al polo sud che si suppone essere l'occhio di un osservatore che guarda l'emisfero settentrionale, secondo il metodo descritto da Tolomeo nel Planisfero. Da questo ideale punto di vista i tropici e l'equatore appaiono come circoli concentrici (il centro rappresenta il polo nord) mentre l'eclittica appare decentrata e tangente i circoli dei tropici nei punti di solstizio. L'orizzonte della latitudine di un osservatore è un circolo passante per i punti equinoziali (intersezione dell'eclittica con l'equatore) e contiene i circoli degli azimut (longitudine) e degli almucantarats (latitudine) convergenti verso lo zenit (intersezione con la sfera celeste della verticale condotta dal punto in cui si trova l'osservatore). Sotto l'orizzonte, nella parte inferiore dello strumento, si trovano le linee delle ore stagionali (ineguali) che passano per le dodici divisioni tracciate sugli archi di cerchio dei tropici e dell'equatore compresi in questa zona; la sesta ora è l'unica linea retta, passante per il centro, che rappresenta anche il meridiano. Questo schema è normalmente inciso su un disco di ottone, sopra il quale ruota la cosiddetta rete, un disco traforato che rappresenta l'eclittica, con i dodici segni zodiacali, il tropico del capricorno e le stelle fisse dell'ottava sfera. Il tutto è contenuto in un disco (madre) con bordo rialzato (lembo) lungo il quale sono segnate le ore uguali e la divisione della circonferenza in 360°. Questa faccia dello strumento serviva a dimostrare il movimento circumpolare delle stelle, a calcolarne gli spostamenti, insieme a quelli del sole, a tradurre le coordinate eclittiche in coordinate equinoziali e viceversa, e a determinare le ore sia diurne che notturne. Sull'altra faccia dell'astrolabio (dorso) si trovano lungo la circonferenza, la scala dei gradi, lo zodiaco e il calendario, mentre nella parte inferiore del disco centrale si trova il quadrante delle ombre che serve a misurare le distanze e le altezze sia celesti che terrestri. Il quadrante delle ombre, diviso in dodici parti per lato, riproduce le ombre generate da uno gnomone verticale (ombra retta) o orizzontale (ombra versa). L'operazione di traguardo si effettua per mezzo di una diottra o alidada che indica l'angolo di inclinazione del raggio visivo. Come indicato da Juan de Rojas e Cosimo Bartoli, questa faccia dell'astrolabio sembra avere avuto anche una funzione per il disegno prospettico: "utilissimum proculdubio architectis, atque his, qui opticae rationem aliquid in pictura conatur delineare" (Rojas, IV, XII); "il che sarà cosa utilissima alli Architettori, et a coloro che si dilettano di mettere in pittura alcuna prospettiva" (Bartoli, I, XXV).


Riferimenti Bibliografici

Bartoli, Cosimo. Del modo di misurare le distantie, le superficie, i corpi, le piante, le provincie, le prospettive, et tutte le altre cose terrene, che possono occorrere a gli huomini: secondo le vere regole d’ Euclide et degli altri più lodati scrittori. Venezia, F. Franceschi, 1564, I, XXV. Biblioteca Digitale

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Reisch, Gregor. Margarita filosofica del R.P.F. Gregorio Reisch: nella quale si trattano tutte le dottrine comprese nella ciclopedia. Accresciuta di molte belle dottrine da Oratio Fineo matematico regio, di novo tradotta in italiano da Gio. Paolo Gallucci. In Vinegia, presso Barezzo Barezz, 1599.

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Strumenti Esistenti

- Museo Galileo, Istituto e museo di storia della scienza, Firenze
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1113.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1112.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1105.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1109.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1107.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1110.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1106.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1108.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1096.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1114.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1111.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1282.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1123, 1124, 1127.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1095.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1093.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1100.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1098.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1097.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1103.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1094.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 3361.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1289.
Firenze, Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza, inv. 1092, 660.


- Musée des arts et métiers, Parigi
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 19543-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 03882-0001-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 20142-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 05486-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 05484-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 03864-0001-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 03907-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 19544-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 08431-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 05485-0000-
Parigi, Musée des arts et metiers, inv. 03882-0002-


- The Science Museum, Londra
The Science museum, inv. 1987-541
The Science museum, inv. 1880-49
The Science museum, inv. 1985-2077
The Science museum, inv. 1938-425
The Science museum, inv. 1938-428
The Science museum, inv. 1986-1190
The Science museum, inv. 1952-226
The Science museum, inv. 1895-31
The Science museum, inv. 1981-1380


- Whipple Museum of the History of Science, Cambridge
Cambridge, The Whipple Museum of the History of Science, inv. 1264


- Museum of the History of Science, Oxford
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 15598
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 21423
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 30402
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 31514
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 32378
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 32534
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 33411
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 33739
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 33767
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 34268
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 34314
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 35592
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 36338
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 37148
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 37297
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 37878
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 41427
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 40670
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 41468
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 44359
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 45127
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 48821
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 49687
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 47869
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 51934
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 52332
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 54843
Museum of the History of Science, Oxford, inv. 91897


- Musée d’histoire des sciences, Ginevra
Ginevra, Musée d’histoire des sciences, inv. 1051


Link (Esterni)

http://www.giocomania.org/pagine/25459/pagina.asp (italiano)
http://www.tuttoscout.org/download/astrolabio/ (italiano)
http://www.astrolabes.org/ (inglese)
http://www.britannica.com/clockworks/astrolabe.html (inglese)
http://www.hps.cam.ac.uk/whipple/explore/astronomy/amedievalastrolabe/thepartsofanastrolabe/ (inglese)
http://www.ens-lyon.fr/RELIE/Cadrans/activpedago/TextesCours/WebAstrolabe/Astrolabe.htm (francese)


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Autore della scheda: Filippo Camerota

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