Specchio
Da Invenzioni.
Dal latino speculum (ciò che serve a guardare), a sua volta da specio/spicio=io guardo.
Periodo Storico
XV-XVI secolo
Descrizione
Lo specchio è uno degli strumenti più diffusi nelle botteghe dei pittori. La sua funzione era principalmente quella di mostrare eventuali difetti che sfuggivano allo scrutinio diretto del dipinto. Lo specchio, tuttavia, era un'efficace strumento di rappresentazione 'pittorica' della realtà, nel senso che mostrando le cose come in un dipinto, su una superficie bidimensionale, permetteva di studiare gli effetti della luce e del chiaroscuro. Leonardo lo considerava per questo il maestro dei pittori: "Quando voi vedere, se la tua pittura tutta insieme à conformità colla cosa ritratta di naturale, abbi uno specchio e favi dentro specchiare la cosa viva, e paragona la cosa spechiata colla tua pittura... lo specchio si d' pigliare per suo maestro... la tua pittura parrà ancora lei una cosa naturale vista in uno grande specchio" (Richter, par. 529). Secondo il Filarete (Antonio Averlino), lo specchio fu perfino all'origine dell'invenzione della prospettiva: "E se meglio le vuoi considerare [le travature equidistanti] torrai uno specchio e guarda dentro di esso: vedrai chiaro essere così; e se ti fussino al dirimpetto dell'occhio, non ti parrebbono se non tutte iguali. E così credo che Pippo di ser Brunellesco fiorentino trovasse il modo di fare questo piano, che veramente fu una sottile e bella cosa che per ragione trovasse quello che nello specchio ti si dimostra, benchè con l'occhio ancora, se ben considerrai, tu vedrai quelle mutazioni e diminuzioni" (Trattato di architettura, XXIII, p. 653); e ancora "Se volessi ancora per un'altra più facile via ritrarre ogni cosa, abbi uno specchio e tiello inanzi a quella cotale cosa che tu vuoi fare. E guarda in esso, e vedrai i dintorni delle cose più facili, e così quelle cose che ti saranno più appresso, e quelle più di lunga ti parranno più diminuire. E veramente da questo modo credo che Pippo di ser Brunellesco trovasse questa prospettiva, la quale per altri tempi non s'era usata" (Trattato di architettura, XXIII, p. 656). Più tardi Giulio Romano avrebbe utilizzato lo specchio anche per disegnare quadrature architettoniche, appoggiando su uno specchio il modello di un edificio e ritraendo la sua forma apparente (Cristoforo Sorte, Osservazioni nella pittura, Venezia, 1580).
Riferimenti Bibliografici
Filarete, Antonio Averlino detto il, Trattato di architettura (1461). Testo a cura di Anna Maria Finoli e Liliana Grassi. Introduzione e note di Liliana Grassi. Milano, Il polifilo, 1972, XXIII, p. 653, 656.
Leonardo da Vinci. "Le manuscrit A de la Bibliothèque de l'Institut [de France] ", in "Les manuscrits de Léonard de Vinci". Avec transcription littérale, traduction française, préface et table méthodique par Charles Ravaisson Mollien. Paris, Quantin, 1881, 1r..
Leonardo da Vinci. "The literary works of Leonardo da Vinci". Compiled and edited from the original manuscripts by Jean Paul Richter. London, Phaidon, 1970, I, par. 529.
Leonardo da Vinci. "The notebooks of Leonardo da Vinci". Compiled and edited from the original manuscripts by Jean Paul Richter. New York, Dover, 1970, I, par. 529, pp. 264-265
Leonardo da Vinci. "Libro di pittura: edizione in facsimile del Codice Urbinate lat. 1270 nella Biblioteca Apostolica Vaticana". A cura di Carlo Pedretti. Trascrizione critica di Carlo Vecce. Firenze, Giunti, 1995, I, 39.
Sorte, Cristoforo. "Osservazioni sulla pittura", in "Scritti d’arte del Cinquecento". A cura di Paola Barocchi. Milano, R. Ricciardi, 1971, I, pp. 271-301, in part. p. 268.
Autore della scheda: Filippo Camerota